Il Ciclo delle Statue Greche Antiche
Nel mio Ciclo dedicato alle statue greche antiche e allo studio della scultura di Michelangelo voglio renderle modelli moderni, cercando spunti in particolari ingranditi, usando il monocolore e guardando i grandi fotografi, ad esempio Giudice e Amendola, i loro cataloghi e studiando le loro opere, perché alcune fotografie si identificano con la poesia.
Perché le statue greche?
Perché sono i nostri corpi attuali, siamo noi, rappresentano la bellezza naturale, l’eleganza, la verità, la semplicità, l’essenziale, la grazia, la nobiltà e anche il divino. Le statue, le dee hanno fisionomie umane. Le statue greche sono i corpi dei giovani atleti, i vincitori delle gare assunti quale modello degli artisti e attraverso lo studio e l’applicazione del ‘canone’ greco vengono trasformati in statue.
“La purezza esiste solo nel marmo delle statue greche“, scriveva J. Winckelmann: un importante concetto, questo, ripreso anche dal Canova nella sua ricerca della ‘bellezza ideale’
Scrive Salvatore Settis: “Le statue sono uomini di
belli, perfetti, occhi che guardano ma non vedono. Prassitele spogliò Afrodite, creando il primo nudo occidentale“.
Anche l’alta moda si è ispirata all’arte greca, prima Prada, poi Dior che ha rivisitato nell’ultima collezione il “Chitone” delle statue dell’Eretteo, sull’Acropoli.